

Edicola Manzini, 1930
Mario Monguidi (1896-1960)
Il monumento: l’edicola in cemento a pianta quadrata, è caratterizzata in facciata da un Cristo in croce a tutto tondo opera di Alessandro Marzaroli (1868-1951) e da quattro figure dolenti, due maschili e due femminili, poste agli angoli. Sui lati Est e Ovest, in alto, due rilievi decorativi rappresentano il Crismòn. Sul lato Nord si apre una finestra chiusa da una vetrata policroma che rappresenta due angeli e una croce, firmati dalla vetreria artistica milanese L. Fontana.
La costruzione è caratterizzata da uno spiccato verticalismo, dato dalla simmetria dei due vani d’apertura contrapposti, mitigato dall’andamento ondulatorio delle corte colonne salienti che sostengono la copertura, quasi a riprendere in senso architettonico il motivo del Cristo in croce, che coniuga la verticale del rapporto fra cielo e terra con l’orizzontalità delle braccia aperte quale segno di amore e redenzione per tutti. L’edificio, realizzato su progetto di Mario Monguidi da Arturo Levrieri, cementiere parmigiano con laboratorio in viale dei Mille, con gli apparati plastici di Alessandro Marzaroli, presenta, anche per la partecipazione degli stessi collaboratori, notevoli analogie stilistiche con l’edicola Stori Brigenti (posta sullo stesso controviale poco più ad Ovest) e si connota per il marcato gusto Déco. Presso l’Archivio Storico Comunale di Parma, nel Fondo Monguidi, è conservato il progetto del 1929 e la foto del modellino in argilla della costruzione.
La vita: nato a Corniglio, sull’Appennino parmense, nel 1896, Mario Monguidi frequentò la sezione di Architettura dell’Istituto di Belle Arti di Parma e fu allievo di Gian Giuseppe Mancini (1881-1954). Scoppiata la Prima Guerra mondiale, interruppe gli studi per arruolarsi come volontario (1915); al fronte compì azioni belliche valorose, meritando una medaglia di bronzo e una croce al merito. Ritornò a Parma a guerra finita, dopo un lungo periodo di prigionia e, a venticinque anni, conseguì brillantemente il diploma in Architettura (1921). L’attività del Monguidi trovò ben presto il suo centro di interesse nella realizzazione di opere celebrative o commemorative: dai numerosi monumenti ai Caduti della Prima e della Seconda Guerra mondiale a numerose edicole e cappelle funerarie nelle quali profuse una straordinaria inventiva formale. Diede il suo contributo anche nel settore residenziale, con alcune realizzazioni di particolare pregio. Moriva a Parma il 18 agosto 1960.
Le opere: fra i numerosi ricordi ai Caduti della Prima Guerra mondiale, in cui Monguidi seppe trasferire le emozioni provate personalmente sul fronte e nelle trincee, vanno ricordati l’ingresso monumentale del cimitero di Vigatto del 1923; i monumenti di San Polo di Torrile e di Roncole di Busseto (1926). Al 1925 risale l’incarico per il monumento a Filippo Corridoni, all’ingresso dell’Oltretorrente a Parma, dall’elevato valore simbolico e dalla felice soluzione urbanistica.
In ambito residenziale vanno citati Villa Vitali (1924-1925) sul Lungoparma e Palazzo Alessandri in piazzale Boito (1940) dagli echi Piacentiniani.
L’ultima sua opera fu la trasformazione della facciata della torre di San Paolo in monumento ai Caduti di Tutte le Guerre (1961). Contemporaneamente si dedicò all’architettura funeraria costruendo, nel cimitero di Parma, il cenotafio ai Caduti della società di Mutuo Soccorso “Pietro Cocconi” (1922), i monumenti Merli e Pizzorni (1922), numerose edicole, come quelle per le famiglie Gardelli (1923), Dall’Aglio Zanzucchi (1924), Carpi (1926), Stori Brigenti (1930), Spaggiari (1945), Guaita (1952), Camorali (1954); in provincia le cappelle Bo a Traversetolo (1925) e Carrara-Verdi a Busseto (1930). In tutti questi lavori, ispirati di preferenza al movimento secessionista, pur costretto a operare entro spazi limitati, si servì di una fantasia esuberante, influenzando con la sua visione artistica anche i suoi collaboratori, incaricati della parte scultorea dei monumenti, come Renato Brozzi, Guglielmo Cacciani, Alessandro Marzaroli e Carlo Mattioli.
Lasciato il viale centrale si percorre il vialetto laterale fino a raggiungere il centro del quadrante, dove si erge l’edicola Corazza.