La prima cremazione (1895)

Nel 1904, l’Architetto Capo del Comune Moderanno Chiavelli (1869-1962), progettava un tempio destinato a ospitare un forno per la cremazione delle salme da collocare nei pressi del cimitero della Villetta. L’edificio, a base quadrata, in stile neoclassico con decorazioni di gusto eclettico, riprendeva in parte la tipologia della tradizionale villa di campagna parmigiana, con altana centrale, su cui spiccava, opportunamente decorata con motivi simbolici, un’ara sormontata da una gigantesca fiaccola scolpita nella pietra.
Il progetto, elaborato dall’Amministrazione Comunale per rispondere al serrato dibattito in corso sull’argomento della cremazione proprio in quegli anni, non avrebbe però trovato attuazione.
È tuttavia da ricordare, che nel nono arco che si apre a sinistra della Cappella di San Gregorio, contrassegnato col n. 139, assegnato all’Università degli Studi di Parma, è collocata in posizione centrale sopra una mensola in granito l’urna in pietra tornita retta da piedi leonini in bronzo, che accoglie le ceneri di Pellegrino Strobel (1821-1895), docente e Rettore dell’Università di Parma, fondatore della facoltà di Scienze naturali dell’Università di Buenos Aires, in Argentina, esploratore e naturalista, il primo cremato ad essere sepolto al cimitero della Villetta. Membro della Comunità Evangelica, era stato anche socio fondatore della Società della Cremazione a Milano, i cui membri erano di provenienza mitteleuropea.
Se la scelta di Strobel era dettata da logiche sanitarie ed etiche, in quegli stessi anni, per ragioni squisitamente ideologiche e anticlericali, diversi garibaldini avevano optato per la cremazione. Alla Villetta ricordiamo i sarcofagi di Peppino Maberini (1833-1914) all’arco 28, collocato nel 1914 e del medico parmigiano Giuseppe Soncini (1820-1888) all’arco 19, collocato nel 1922.
Solo dopo un secolo, nel 2009, veniva inaugurato – presso il cimitero parmigiano di Valera – un Tempio di cremazione voluto dal Comune di Parma, su iniziativa della Cooperativa Unieco e della multiutility Enìa e progettato in stile sobrio e lineare dall’architetto parmigiano Paolo Zermani (1958-), con una maestosa sala del commiato e un Giardino del Ricordo con vasche d’acqua dotato di un elemento architettonico per la dispersione delle ceneri.
Proseguendo sempre sotto il porticato si raggiunge l’Oratorio di San Gregorio.