Donnino Pozzi
(1894-1946) – Pittore
La vita: nato a Fontanellato il 5 ottobre 1894, inizialmente autodidatta, si iscrive nel 1917 all’Accademia di Belle Arti di Parma, divenendo allievo di Daniele de Strobel. Profondo conoscitore della tecnica dell’affresco e padrone del mestiere, è chiamato a collaborare, assieme a Bocchi, agli affreschi della Basilica del Santo a Padova. Nel 1928 si reca a Parigi per poi trasferirsi a Milano fino al 1940. Tornato a Parma durante la Seconda Guerra mondiale, scompare a 52 anni, lasciando una diffusa, seppur discontinua, produzione.
Le opere: si dedicò con intensa vena lirica e densa gamma cromatica alla pittura di paesaggio e soprattutto alla natura morta, genere che predilesse e in cui riprese lo stile della cultura francese, da Courbet a Cézanne. Pozzi considerò il colore come l’elemento primario che permetteva di esprimere le varie sensazioni poetiche dello spirito e concepì il quadro come vibrazione di colori: è come se, con le pennellate, il colore, espandendosi, desse corpo alla forma. Suoi dipinti si trovano nelle chiese parmigiane di San Vitale, Santa Cristina, Santa Maria Maddalena, Santa Caterina, alla pinacoteca Stuard, alla Cassa di Risparmio di Parma, alla Galleria di Arte Moderna di Milano alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza.
Il monumento: il basamento in travertino giallo con sarcofago più chiaro, databile al 1946, è sovrastato da una lastra verticale, pure in travertino, decorata da un rilievo in marmo statuario raffigurante la tavolozza e i pennelli del pittore e un vaso di fiori, soggetto privilegiato dei quadri di Pozzi.
01. Donnino Pozzi, Palle di neve, olio su tela, 1930 (Collezioni d’Arte Cariparma-Crédit Agricole, Parma).
02. Sepoltura di Donnino Pozzi al Cimitero monumentale della Villetta.
03. Particolare del fregio della tavolozza dell’artista scolpito sulla sepoltura di Donnino Pozzi.