Edicola Medioli già Romanini, 1926

Ettore Leoni (1886-1968)

Il monumento: l’edicola Medioli già Romanini, opera dell’architetto parmigiano Ettore Leoni (Parma, 1886 – 1968), è databile tra il 1926 (Licenza di Fabbrica) ed il 1929 (data mosaico). L’evidente slancio verticale della composizione architettonica trova nel tema della croce il motivo conduttore: a forma di croce è l’apertura del cancello, crociata è la bandiera del cavaliere, croci rosse a mosaico abbracciano l’intero edificio, due lunghe croci costituiscono il disegno delle finestre e paiono dipartirsi dai sarcofagi laterali quale viatico verso l’eternità. Mentre le linee complessive dell’edificio, ed in particolare il cancello d’accesso e la sovrastante museruola aggettante rimandano al gusto Déco, la presenza del mosaico – sottoposto ad un opportuno intervento di restauro nel corso del 1990 – con la figura del santo cavaliere, opera di Daniele de Strobel (1873-1942), può essere motivata dalla particolare devozione cristiana di un uomo d’armi o legato all’ambiente militare. San Giorgio (o un cavaliere dell’ordine a lui dedicato), riconoscibile per la presenza del drago sullo scudo, che indossa una tunica chiara, è rappresentato in piedi con le mani giunte e la testa china in avanti, coronata dall’aureola. Trattiene col braccio destro una lancia che sorregge la bandiera dei crociati sventolante alle sue spalle. Il busto è protetto in parte dall’armatura. La tunica del cavaliere è stretta in vita da una cintura che regge la spada, dall’elsa finemente cesellata inguainata nel fodero. Ai piedi, due semplici calzari rossi con speroni dorati. Un’accurata ombreggiatura e una brillante gamma cromatica contribuiscono all’effetto plastico d’insieme. Attorno all’edicola, nella parte superiore, si stende una fascia musiva che riprende il motivo della croce greca rossa e oro su fondo quadrettato bianco e nero.

La vita: Emilio Medioli (5.3.1887-13.10.1963) fu il fondatore dell’omonima impresa edile (successivamente guidata dai figli Luigi ed Ettore) una delle più importanti a livello nazionale nel campo dei lavori pubblici, prima e dopo la seconda guerra mondiale in Italia e all’estero, specializzata nella costruzione di fortificazioni militari, metanodotti e oleodotti e grandi palazzi di civile abitazione.
Ettore Leoni nacque a Parma l’8 agosto 1886 da Antonio e Teresa Luccini. Il padre, artista e titolare di una ditta di lavorazione di marmi e pietre con sede in via Linati a Parma, lavorò spesso con il figlio, soprattutto nella realizzazione di cappelle e monumenti funerari, di motivi decorativi plastici, di sculture e di pannellature di rivestimento.
Qualche anno dopo il diploma in architettura (1907) all’Istituto di Belle Arti di Parma, Ettore fu chiamato a realizzare palazzo Marchesi (1913), all’angolo di via Melloni e via Garibaldi, impostato sul prototipo della casa parigina della seconda metà del XIX secolo.
La carriera, felicemente iniziata, venne però presto interrotta dal primo conflitto mondiale, al quale partecipò come ufficiale di cavalleria, perdendo in guerra la mano sinistra.
Ripresa l’attività nell’immediato dopoguerra, Leoni trovò a Parma il terreno ideale per esplicare una vastissima attività costruttiva in tutti i settori – dall’edilizia residenziale di qualità, per la borghesia cittadina, alle commesse pubbliche, ai progetti industriali, alle costruzioni funerarie – che lo impegnò sino alla vecchiaia.
Ettore Leoni moriva nella sua città il 30 maggio 1968 e riposa al cimitero della Villetta in quella edicola di famiglia da lui stesso progettata con grande perizia.

Le opere: in un decennio di intenso lavoro, Ettore Leoni costruì la Banca Agraria (1920-1923), lo stabilimento della vetreria Bormioli (1921), il campo sportivo Tardini (1922), la parte della Ghiaia lungo viale Mariotti (1927), casa Corradi (1927) alla fine di via Cavour, casa Quirici (1928) all’inizio di via Parmigianino, palazzo Chiari (1928) in piazzale dei Servi e palazzo Serventi (1930) in via della Repubblica.
Particolarmente attivo nella progettazione di villette monofamiliari lasciò numerosi esempi sia nelle nascenti periferie cittadine che in provincia. Si ricordano, tra le altre, villa Barilli (1913), all’inizio di via delle Fonderie, villa Leoni (1913) in viale Martiri della Libertà, villa Figna (1916) in via Palestro, villa Salvini (1919) in viale Solferino, Villa Saccani, con serra per aranciaia e floricoltura (1921), casa Capra su viale Campanini, in collaborazione con Gino Robuschi (1923), villa Artoni o Adele (1924) in viale Martiri della Libertà, villa Sambataro a Fontanellato, realizzata nel 1925 con la collaborazione del geometra Pastorini, villa Chiari (1930) in via Emilia Est, villa Gelmini (1934) in viale Partigiani d’Italia, villa Maghenzani (1946) a San Pancrazio, villa Bormioli (1946) a San Leonardo, villa Boni (1947) in via P. M. Rossi, villa Alessandrini (1925) a Sant’Andrea Bagni, villa Rossi (1923), villa Roffi (1932), villa Zecca (1932) a Soragna, villa Medioli (1946) a San Martino Sinzano e villa Alinovi (1946) a Sala Baganza.
Leoni si specializzò anche nella progettazione di spazi ed edifici per le attività economiche e produttive. Sotto questo aspetto sono da ricordare il complesso industriale Caselli (1925) in via Emilia Est, il mulino Figna (1927) a Valera, lo stabilimento Cavazzini (1946) in viale Fratti, palazzo Gelmini (1950-1957) in piazzale Santa Croce, le officine Gelmini (1950-1960) in via Ferrari, le succursali della Banca Agraria a Fontanellato e a Soragna (1920-1923), la sistemazione di viale Verdi (1932) e l’ampliamento dell’orfanotrofio femminile Meli-Lupi (1933), a Soragna, il complesso colonico Chiari (1944-1945) a Madregolo, e lo stabilimento Alinovi (1944), a Sala Baganza.
Nel settore funerario le opere firmate da Leoni sono caratterizzate da una elevata qualità formale e di realizzazione. Fra le tante, a Parma ricordiamo il monumento Cloetta (1916), le edicole Leoni (1913-1920), Bormioli (1924), Romanini (1926-1929), Chiari (1933) e Tanzi (1939).
In provincia sono da ricordare le cappelle Bettati (1948) e Azzali (1949) a Marore, Crescini (1950) a Fontanellato, Magnani (1952) a Roccabianca e Medioli (1953) a Valera. Confrontandole con gli altri edifici realizzati dal Leoni, si colgono i vari aspetti della sua versatilità professionale.

Il percorso prosegue ancora verso l’Oratorio, mantenendosi sul lato destro del viale, dove si incontra, dopo un incrocio col vialetto laterale, l’elegante monumento di gusto razionalista dedicato a Carlo Ferrari.

01. Edicola Medioli già Romanini, prospetto principale.
02. Edicola Medioli già Romanini, particolare di una fiancata con l’arca e la finestra sagomata dalla croce.
03. Daniele de Strobel (1873-1942), San Giorgio, mosaico, 1929.