Monumento Gardelli, 1923
Mario Monguidi (1896-1960)
Il monumento: il monumento dei coniugi Gardelli, caratterizzato da una originalità di forme e di decorazioni, è opera dell’architetto Mario Monguidi ed è databile al 1923.
Una pietra centinata in travertino racchiude la raffigurazione a mosaico di una palma stilizzata che si innalza da una lampada votiva poggiante su di un basamento, pure in travertino, su cui poggiano le due lastre sepolcrali, fregiate da anelli in bronzo agli angoli e da cuspidi in pietra grigia, che, in origine, recavano incisi i nomi dei defunti. Dalle due cuspidi in pietra si innalzano due lunghe croci astili in metallo scuro che affiancano la raffigurazione della palma – simbolo cristiano del martirio – le cui fronde paiono slanciarsi verso le stelle, incise a bassorilievo nella pietra. Realizzazione di chiaro gusto Déco, ma originale nella forma e nella composizione spaziale che riprende, in maniera originale, alcuni temi – la lampada, le croci allungate – care a Monguidi e già utilizzate nei Monumenti Merli e Pizzorni alla Villetta.
La vita: nato a Corniglio, sull’Appennino parmense, nel 1896, Mario Monguidi frequentò la sezione di Architettura dell’Istituto di Belle Arti di Parma e fu allievo di Gian Giuseppe Mancini (1881-1954). Scoppiata la Prima Guerra mondiale, interruppe gli studi per arruolarsi come volontario (1915); al fronte compì azioni belliche valorose, meritando una medaglia di bronzo e una croce al merito. Ritornò a Parma a guerra finita, dopo un lungo periodo di prigionia e, a venticinque anni, conseguì brillantemente il diploma in Architettura (1921). L’attività del Monguidi trovò ben presto il suo centro di interesse nella realizzazione di opere celebrative o commemorative: dai numerosi monumenti ai Caduti della Prima e della Seconda Guerra mondiale a numerose edicole e cappelle funerarie nelle quali profuse una straordinaria inventiva formale. Diede il suo contributo anche nel settore residenziale, con alcune realizzazioni di particolare pregio. Moriva a Parma il 18 agosto 1960.
Le opere: fra i numerosi ricordi ai Caduti della Prima Guerra mondiale, in cui Monguidi seppe trasferire le emozioni provate personalmente sul fronte e nelle trincee, vanno ricordati l’ingresso monumentale del cimitero di Vigatto del 1923; i monumenti di San Polo di Torrile e di Roncole di Busseto (1926). Al 1925 risale l’incarico per il monumento a Filippo Corridoni, all’ingresso dell’Oltretorrente a Parma, dall’elevato valore simbolico e dalla felice soluzione urbanistica.
In ambito residenziale vanno citati Villa Vitali (1924-1925) sul Lungoparma e Palazzo Alessandri in piazzale Boito (1940) dagli echi Piacentiniani.
L’ultima sua opera fu la trasformazione della facciata della torre di San Paolo in monumento ai Caduti di Tutte le Guerre (1961). Contemporaneamente si dedicò all’architettura funeraria costruendo, nel cimitero di Parma, il cenotafio ai Caduti della società di Mutuo Soccorso “Pietro Cocconi” (1922), i monumenti Merli e Pizzorni (1922), numerose edicole, come quelle per le famiglie Gardelli (1923), Dall’Aglio-Zanzucchi (1924), Carpi (1926), Stori-Brigenti (1930), Spaggiari (1945), Guaita (1952), Camorali (1954); in provincia le cappelle Bo a Traversetolo (1925) e Carrara-Verdi a Busseto (1930). In tutti questi lavori, ispirati di preferenza al movimento secessionista, pur costretto a operare entro spazi limitati, si servì di una fantasia esuberante, influenzando con la sua visione artistica anche i suoi collaboratori, incaricati della parte scultorea dei monumenti, come Renato Brozzi, Guglielmo Cacciani, Alessandro Marzaroli e Carlo Mattioli.
Proseguendo lungo il viale centrale verso l’uscita, si svolta nel primo viale sulla destra, dove si incontra, all’angolo del controviale, l’edicola Molinari.