L’ingresso della “Città dei morti”

Poco fuori Barriera Bixio, verso le colline, al termine di un lungo viale ombreggiato di pioppi si stende il cimitero urbano di Parma: la Villetta.
Ogni tempo e ogni epoca ha lasciato, in questa vasta area destinata alla memoria collettiva, traccia del suo stile e del suo gusto e la “Città dei Morti” di Parma si presenta oggi come una straordinaria lezione di architettura e di storia, così come lo è la città dei vivi.
Arrivando da Nord, poco oltre la storica Barriera Bixio, il Cimitero si presenta circondato da una cinta muraria imponente lunga circa 300 metri, in cui le uniche aperture sono costituite dal portale d’ingresso e da alcuni cancelli di servizio. La parte di cinta che corrisponde all’Ottagono originario si distingue dai successivi ampliamenti verso Nord, oltre che per la diversa linea del tetto, anche per il colore rosa antico con cui è stata dipinta.
L’entrata si trova al centro del lato Est dell’Ottagono: l’arco d’ingresso, a un fornice, con i muri a scarpata in mattoni, di ispirazione egizia, che immette in un atrio di tre arcate con volte a vela, venne realizzato tra il 1817 e il 1821, quando fu costruito il cancello sotto la direzione di Domenico Ferrari (1856-1922), Ingegnere Capo del Comune su progetto dell’Ingegnere Capo del Comune Giuseppe Cocconcelli (1740-1819).
L’esterno rappresenta un’enorme stele funeraria classica, e ha come unici elementi decorativi l’uroboro, il serpente che si morde la coda (simbolo mitologico di immortalità) posto al centro del frontone, e gli acroteri a palmette posti ai lati di quest’ultimo.
Nel 1905 sono stati aggiunti, ai lati dell’ingresso, due piccole costruzioni a torretta a base quadrata su progetto dell’ingegnere del Comune Raffaele Villa (1844-1907), che dovevano contenere la guardiola del custode (precedentemente realizzata in legno) e i servizi igienici; riprendono la linea a scarpata del portale e l’arco a tutto sesto ritorna nelle larghe cornici che sovrastano porte e finestre di ispirazione Liberty. I due avancorpi sono stati restaurati nel 1980.
Continuando verso Sud si incontra il Casino della Villetta, oggi sede degli uffici cimiteriali e ancora oltre, l’ingresso al campo “San Pellegrino”. Qui il muro di cinta si abbassa e gli alti colombari a due piani all’interno sono chiaramente visibili. Oltre questa area, il cimitero risulta ancora fiancheggiato da campi coltivati, ormai circondati dalla città in continua espansione, e costituiscono le zone non edificabili previste dalla legge a disposizione per possibili espansioni future.