Edicola Terzi, 1930

Vito Rastelli (1892-1981)

Il monumento: l’edicola Terzi è opera dell’architetto Vito Rastelli databile al 1930, di chiara impostazione classica, con evidenti rimandi alle tombe che sorgevano in epoca romana lungo la via Appia. I paramenti in mattone a vista sono segnati da colonne e cornici in travertino.
La pianta quadrata conforma prospetti simmetrici caratterizzati da sporgenze e rientranze che generano una dinamicità sottolineata dal contrasto tra l’andamento orizzontale dei filari di mattoni con il verticalismo delle nicchie laterali e delle colonne d’ingresso; queste definiscono, con l’architrave soprastante e le due anfore in nicchia, un portale classicista (colonne con enfasi e capitelli dorici) smentito poi dal tetto a quattro falde della copertura.
L’edicola, di grande equilibrio compositivo, corrisponde perfettamente al progetto depositato presso l’Archivio Storico Comunale di Parma con la sola aggiunta di una croce marmorea sulla cuspide.

La vita: nato a Cremona il 17 settembre 1892, Vito Rastelli proseguì i suoi studi a Roma, nel regio Istituto di Belle Arti, dove conseguì il titolo di professore di Disegno architettonico. Medaglia d’Argento durante la Prima Guerra mondiale, lavorò presso prestigiosi studi di architettura della Capitale, prima di rientrare a Cremona, dove ottenne l’iscrizione all’Albo degli Architetti della Provincia. Fu professionista stimato e preparato; nella sua lunga carriera esplorò i settori più diversi della progettazione: dall’edilizia per la borghesia, commerciale ed industriale, che faceva sorgere ville lungo la nuova circonvallazione della sua città natale, a quella popolare, soprattutto in provincia. Accostatosi negli anni giovanili all’eclettismo, aderì poi al razionalismo pur con attenzione alla forma decorativa: le sue opere presentano infatti facciate ricercate nell’accostamento dei materiali e nell’uso del ferro battuto delle cancellate per cui si avvalse dell’artigiano cremonese Pietro Roffi. Ma ebbe modo di conoscere e sperimentare tutti i diversi linguaggi formali della modernità, dal Liberty, al Novecento, al Razionalismo, fino ad una rilettura di quest’ultimo nelle tematiche della ricostruzione. Rastelli moriva a Cremona il 26 febbraio 1981. Il 31 maggio 2004 la Giunta Comunale di Cremona deliberava di intitolargli una via del capoluogo.

Le opere: nonostante abbia lasciato sue opere in un’area molto vasta del Nord Italia, da Genova alla Lunigiana, dal Piacentino al Milanese, fu attivo in prevalenza a Cremona e nel suo territorio. Vito Rastelli si dedicò con proprietà e coerenza alla progettazione di ville per committenze private, di case popolari, di opifici, di complessi amministrativi, scolastici e sportivi, nonché di chiese e interventi di restauro. La città e la provincia di Cremona ne continuano a testimoniare concretamente la versatilità grazie a numerosi edifici tra cui: la palazzina Maldotti in viale Po (1925), il restauro di Palazzo Fodri (1930-32), il progetto della sede della Società canottieri Bissolati lungo il fiume Po (1935), il condominio Ina-Casa in via Cesari (1955), il santuario della Madonna della Fiducia a Isola Pescaroli (1955-1957) e la sede dell’Istituto tecnico industriale (1965).

Quasi di fronte all’edicola, sotto i portici, si apre l’ingresso della Galleria Sud-Est.

01. Ritratto fotografico dell’architetto Vito Rastelli intorno agli anni Venti del Novecento (Collezione privata, Cremona).
02. Edicola Terzi, facciata.