Paolo Toschi

(1788-1854) – Incisore

La vita: nato a Parma il 6 giugno 1788 da Luigi, cassiere delle Poste del Ducato, e Anna Maria Brest, cominciò giovanissimo a studiare pittura sotto la guida di Biagio Martini, professore dell’Accademia di Parma, ottenendo già nel 1805, elogi per un disegno presentato ad un concorso di nudo di quell’istituto. Contemporaneamente alla pittura faceva pratica di incisione e nel 1807 fondò insieme a Tommaso Gasparotti, Antonio Isac e Vincenzo Raggio la “Società parmense degli incisori all’acquerello” attiva fino al 1809. Nello stesso anno, a seguito di disgrazie familiari, decise di abbandonare la pittura e dedicarsi all’incisione, frequentando i maggiori atelier d’incisione di Parigi. Dopo il crollo dell’Impero Napoleonico, quando l’imperatore d’Austria incaricò il conservatore della Galleria di Vienna di recuperare le opere d’arte degli Stati Austriaci e del Ducato Parmense portate a Parigi da Napoleone Bonaparte, il Governo incaricò Toschi di accoglierne la consegna. Nel 1817 ricevette il diploma di Accademico d’onore dell’Accademia di Belle Arti di Parma. Sposatosi nel 1819 con Maria Rigo, figlia del banchiere Bartolomeo, divenne socio del cognato Isac della Scuola d’incisione da questi fondata nel 1814, che prese il nome di Studio Isac-Toschi. La scuola, divenuta in poco tempo famosa e frequentata da studenti provenienti da ogni parte d’Europa, fu in seguito inserita come sezione d’insegnamento nell’Accademia di Belle Arti. Nel 1821 ricevette l’incarico da Maria Luigia di studiare l’ampliamento della Scuola dell’Accademia e della Galleria; nel 1825, a lavori terminati, fu insignito della croce di Cavaliere. Nel 1828 riuscì a fare comprare dal Governo la collezione Ortalli di incisioni che, da lui acquistata nel 1827 per evitare che la lentezza della trattativa potesse compromettere l’operazione, venne ceduta dal Toschi allo Stato per la stessa cifra da lui pagata. Nel 1845 fu nominato dal re di Francia, Luigi Filippo, Ufficiale del regio Istituto di Francia e nel 1852, da Carlo di Borbone, membro della Commissione onoraria di censura per i libri e per le stampe. Sopraggiunse la morte il 30 luglio 1854 all’età di 66 anni.

Le opere: a Paolo Toschi si deve il monumentale progetto della traduzione in incisione delle opere di Correggio e di Parmigianino, nonché un numero elevato di riproduzioni di dipinti e opere d’arte, fra cui il corpus della Galleria Pitti di Firenze e della Reale Galleria di Torino.
L’attività dell’incisore non deve però far dimenticare quella pittorica oltre, ovviamente, alla grande e notevole attività di disegno che precede la traduzione su rame dei soggetti, oggi esposta in Galleria nazionale a Parma. Più dei carboncini e degli acquerelli di paesaggio come Nel bosco (Fondazione Monte Parma) e Mulino abbandonato (Museo Lombardi), sono significativi gli squisiti ritratti, soprattutto dedicati alla figlia prematuramente scomparsa.

Il monumento: al momento della morte, Paolo Toschi venne sepolto nell’arco 79 del cimitero della Villetta, all’epoca riservato ai membri dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, smantellato nel 1878 per consentire l’accesso alla Galleria Sud. L’erma marmorea, che ne riprende i tratti somatici tramandati dalla tradizione, è opera di Manlio Marzaroli (1894-1951), figlio del più noto scultore parmigiano Alessandro (cui è stata a volte erroneamente attribuita), allievo dell’Istituto d’Arte fra il 1918 ed il 1920.
Nel 1927 veniva collocata sul Lungoparma, in faccia all’Istituto d’Arte a lui intitolato e che ancor oggi conserva i torchi della sua calcografia, ma nel 1931, con l’inaugurazione del monumento alla Vittoria, venne collocata nel giardino della Prefettura e, nel dopoguerra, dinnanzi all’arcata n. 87 nel cimitero della Villetta, dove tuttora si trova. Qui venne traslata pure la salma di Paolo Toschi, che oggi è posta nello stesso luogo dove l’erma celebrativa lo ricorda.

01. Paolo Toschi, Mulino abbandonato (Museo Glauco Lombardi, Parma).
02-03. Erma di Paolo Toschi al Cimitero Monumentale della Villetta.