Società Mutuo Soccorso “Pietro Cocconi” e “Paolo Racagni”
(1922) – Monumento ai Caduti della I Guerra Mondiale
Vicende: all’estremità Ovest del Campo dei Caduti, il 3 dicembre 1922 veniva inaugurato il monumento ai militi delle Società di M. S. “Pietro Cocconi” e “Paolo Racagni” opera di grande livello formale dell’architetto Mario Monguidi (1896-1960), impreziosita dai bassorilievi a stiacciato di Guglielmo Cacciani (1893–1969) connotati da uno spessore minimo e da una forte componente di drammaticità. Le raffigurazioni, lontane dall’abituale iconografia simbolica legata alla guerra e ai caduti, essenziali e prive di dettaglio, richiamano echi espressionisti.
Nel 1938 l’architetto Monguidi, su richiesta della Società, si occupa dell’intervento di restauro del monumento il cui basamento risultava assai danneggiato. In quella data vengono eliminate le tre lampade poste sugli spigoli, che figurano nell’immagine dell’inaugurazione, in tutto simili a quella impiegat dallo stesso Monguidi per la sepoltura Pizzorni.
Il monumento: ricorda la prua di una nave sulla quale svettano tre steli come pennoni, alla sommità delle quali sono poste delle croci. Il basamento è composto da un triangolo, rialzato da terra da un gradino, sulle cui facce sono visibili diverse iscrizioni e una ghirlanda in bronzo. Alla base delle tre steli è presente un più piccolo basamento decorato nei tre lati con diverse lastre bronzee. Sopra di esso è posto un cilindro in bronzo in funzione di braciere decorato da croci traforate. “Il basamento, su due bassi gradini, è costituito da una massiccia tomba triangolare, che reca scolpiti i nomi gloriosi dei Caduti. Da tal base si lanciano agili nello spazio tre monoliti di marmo candido e liscio, che protendono, al sommo, tre esili croci stagliate nel cielo. Tre lastre di bronzo con bassorilievi collegano insieme, al piede, i tre monoliti, formando un’ara triangolare», sulle cui facce sono raffigurate, con classica compostezza e seguendo una iconografia rara per l’epoca “Sacrificio, Eroismo, Fortezza”, “le Madri”, “Mutualità e Fede”. Tre lampade, oggi perdute, ardevano, una per ogni spigolo, sul secondo gradino del monumento su cui il progettista avrebbe voluto inciso l’epitaffio: «La mutualità li unì – fraternamente. Il sacrificio li accolse – eternandoli»”. L’iscrizione ricorda: “VOLLE/ LA S.M.S. PIETRO COCCONI/ IN QUESTO MARMO ETERNATA/ LA MEMORIA/ DEI FRATELLI SUOI/ CHE NELLA GUERRA IMMANE/ IMPORPORARONO/ DI SANGUE GENTILE/ COMBATTUTE TRINCERE/ ALPI TREMENDE/ TRAGICI PIANI/ RIVE SACRI DI FIUMI/ OVUNQUE/ LA TERRA L’ONDA L’ARIA/ CELEBRAVANO GRANDE IL TUO NOME MATERNO/ ITALIA”.