Giacomo Claudio Isola

(1840-1884) – Pittore e fotografo

La vita: figlio di Michele e di Anna Cortesi, secondo di sei figli, nacque in borgo dei Cappuccini a Parma il 18 febbraio 1837. Mostrò segni precoci di inclinazione alle arti figurative e studiò pittura sotto la guida di Giulio Carmignani. Espose, diciassettenne, per la Società di Incoraggiamento. Nel 1857 vinse una medaglia di prima classe e ricevette una menzione onorevole per il paesaggio presso l’Accademia di Belle Arti di Parma, esponendo anche a Piacenza e a Parma. Reduce dagli studi compiuti a Firenze, nel 1859 espose diverse vedute toscane e vinse numerosi premi della Società di Incoraggiamento. A 17 anni prese parte ai moti rivoluzionari del 22 luglio 1854. I suoi fratelli Giuseppe, Antonio, Carlo ed Esterina furono tenaci oppositori del governo austro-borbonico e parteciparono come volontari alle campagne del Risorgimento. Rimasto orfano di entrambi i genitori nel 1859, rivolse alla duchessa Luisa Maria di Berry la richiesta di ottenere commesse artistiche.
La risposta fu negativa e così decise di intraprendere la professione di fotografo, all’epoca agli esordi, con studio in Pescheria Vecchia al n.7, dove viveva col fratello Antonio. Il 1° aprile 1862 fotografò Giuseppe Garibaldi, durante la visita del generale a Parma. Un anno dopo, nel nuovo atelier di piazza Duomo 13 (aperto nell’ottobre) fotografò Francesco Crispi. Nel 1864 raggiunse e fotografò Garibaldi a Caprera. Il 3 giugno 1865, a 28 anni, sposava la quindicenne Virginia Canali avendo come testimoni gli amici Bartolomeo Baroni (fotografo a Parma dal 1870 circa) ed Enrico Sartori, pittore. Dal matrimonio nacquero quattro figli: Anna, Michele, Maria e Giuseppe. Nel 1882 trasferì lo studio in via Angelo Mazza 17. Giacomo Isola morì il 2 febbraio 1884 a soli 47 anni di tumore cerebrale. Dopo la sua morte, la moglie Virginia continuò a reggere lo studio per più di un anno e nel 1885 Pio Saccani proseguì l’attività rilevandone attrezzature e archivio.

Le opere: affine all’espressione romantica del migliore Guido Carmignani e non immemore di arcaismi vicini a Giulio Carmignani, la sua poetica personalissima, plasmata nel felice contatto con la natura che interpretò con immediatezza, gli valse una privilegiata collocazione critica tra i paesisti parmensi dell’Ottocento. Numerose sono le sue opere presenti presso enti pubblici, frutto di premi acquisto, e privati. Particolarmente significativa è anche l’attività fotografica, che esercitò a partire dal 1859, ottenendo fin da prima del 1870 l’esclusiva del Teatro Regio e ritraendo noti cantanti dell’epoca e la ritrattistica di personaggi legati all’epopea risorgimentale italiana.

Il monumento: Giacomo Isola è ricordato, unitamente alla moglie Virginia (ma le foto sono invertite rispetto alle date di morte), in una semplice lastra in marmo nero con mensola porta vasi collocata presso la Galleria Sud.

01. Giacomo Isola, Mattino d’autunno, olio su tela (Istituto d’Arte “P. Toschi”, Parma).
02. Giacomo Isola, Ritratto di Giuseppe Garibaldi a Parma il 1° aprile 1862 (Collezione privata, Parma).
03. Sepoltura di Giacomo Isola al Cimitero monumentale della Villetta.