Edicola Azzoni, 1926
Romeo Azzoni (1898-1973)
Il monumento: l’edicola cementizia a base quadrata fregiata da alti gradini, presenta per ogni lato una vetrata monocromatica viola, e sulla sua sommità termina con una croce latina. La porta d’ingresso presenta una decorazione in ferro battuto raffigurante una fontana con due civette; sovrasta la porta d’ingresso il nome della proprietà. L’interno, soffuso dalla luce rosata delle vetrate, è scandito da quattro archi per ogni lato, con le sepolture, dal forte slancio verticale che rimanda alle forme del gotico. Sulla pavimentazione al centro sono incastonati il simbolo PAX racchiuso in un cerchio, Alfa e Omega in bronzo e dal soffitto pende una lampada bronzea. Frontalmente, al di sopra della lastra in pietra nera con le sepolture, si apre un arco con due lampade votive che affiancano un libro, pure in bronzo, con la memoria dei coniugi Azzoni. Un fregio di spine fa da base ad una altissima croce, coronata di spine, che si innalza su una lastra di vetro bianco latte fino a congiungersi con il finestrone posteriore. Il rivestimento interno delle pareti è in travertino.
L’impianto fortemente verticale dell’edicola, coniuga elementi tipicamente Déco, come le corte colonne salienti che spezzano la superficie delle facciate, la sagomatura geometrica del timpano sovrapporta e la rastrematura dell’arco delle finestre con l’atmosfera gotica dell’interno, soffuso di luce rosata filtrata dalle vetrate degli ampi finestroni, e chiuso da una altissima volta a crociera.
La porta in ferro battuto, opera, come i decori metallici interni, dell’abile fabbro Romeo Azzoni (1898-1973) è decorata con la raffigurazione di una fontana da cui zampilla acqua sovrastata da un nido di rondini. Dietro l’impeccabile maestria esecutiva del disegno, tipicamente Déco, si colgono i riferimenti simbolici all’acqua e al nido della rondine, emblema della protezione della famiglia. Ma le acque che zampillano dalle due civette, animali della notte, alludono, come la scritta sulla conca della fontana – “FONS + LACRIMARUM” – non già alla salvezza battesimale, ma alle copiose lacrime versate per numerosi distacchi improvvisi e prematuri. E la croce interna, ricorda come la salvezza sia il frutto di indicibile dolore.
Proseguendo lungo il controviale fino al primo incrocio, si incontra, proprio all’angolo, l’Edicola Manzini.