Il Campo Sud e San Pellegrino

Con la costruzione delle Gallerie Sud (1884), Nord (1905) e Sud-Est (1931) il fabbisogno di spazio per nuove sepolture non si esauriva.
Così negli anni successivi venivano realizzati nuovi ampliamenti, la maggior parte dei quali concepiti come entità autonome rispetto all’Ottagono monumentale, in quanto addossate allo stesso, ma con ingressi separati anche dall’esterno: la Galleria perimetrale Nord (1934-39), caratterizzato da un vastissimo porticato e il Campo Sud (1950 ca.), a pianta rettangolare, anch’esso circondato da arcate slanciate e rivestite in pietra bianca, con alti colombari, cappelle private negli angoli, prato verde al centro con siepi di ligustro e filari di conifere. Ossari e cellette per i bambini solo collocati alle estremità Est e Ovest del grande campo.
Trasformando le aree all’ombra della Galleria Sud occupate dal campo adibito nel 1872 per i morti di malattie infettive e dal Campo dei Caduti, allestito nel 1915 a pochi mesi dall’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale, venivano realizzati il Reparto A (1962-1966), il Reparto B (1967-77), coperti e dalle altissime file di colombari, che saturavano lo spazio disponibile fra l’Ottagono e il Campo Sud, quindi il Reparto San Giuseppe (1978) a due piani, posto nell’area di Sud-Ovest, e il nuovo settore di San Pellegrino (1979) progettato a Sud del preesistente complesso cimiteriale dall’architetto del Comune Claudio Guzzon (1926-2008) e realizzato dall’impresa Codelfa di Voghera in cui i colombari si articolano su due piani e i campi per le sepolture a terra sono totalmente assenti, dotato di un ingresso autonomo dall’esterno su Viale Villetta.
Nel 2009 il Reparto di San Pellegrino veniva completato con un nuovo colombario a due piani di 1000 mq, a chiudere il prospetto Sud, progettato dagli architetti Paolo Giandebiaggi (1961-) e Gianluca Mora (1961-) e caratterizzato da grandi croci intagliate sui paramenti murari esterni in mattoni.
Grazie a quest’ultimo ampliamento e alla istituzione della rotazione quarantennale degli avelli, il cimitero della Villetta raggiungeva una dimensione sufficiente in rapporto alla popolazione di Parma (168.000 abitanti nel 2000).
Dal Campo Sud si percorre il passaggio all’estremità Ovest, costeggiando così il muro di confine del Cimitero Ebraico.