Carlo Corvi

(1904-1978) – Scultore

La vita: nasce a Parma l’11 gennaio 1904. Dopo gli studi primari, lascia l’Istituto Tecnico “Melloni” per iscriversi nel 1921 all’Istituto d’Arte, dove frequenta i corsi di plastica di Alessandro Marzaroli. Dopo due anni a Milano rientra a Parma, chiamato dal nuovo direttore del “Toschi”, l’architetto e scultore Gian Giuseppe Mancini, che aiuta nella realizzazione degli altorilievi del famedio a Cleofonte Campanini, al centro del Cimitero monumentale di Parma. Sposa Ginevra Saturo. Vince il Premio Faenza al 3° Concorso Nazionale della Ceramica del 1941 assieme ad Emilio Casadio (1902-1964) con la scultura a tutto tondo in maiolica a smalto verde La madre del soldato. Nel 1948 dà vita alla sezione di Parma dell’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani). Diviene titolare della Cattedra di Platica all’Istituto d’Arte – che arriverà a dirigere dal 1956 – e direttore artistico della fabbrica di ceramiche “La Farnesiana” dove promuoverà una produzione di alta qualità e realizzerà, sperimentando, grandi bassorilievi celebrativi in ceramica policroma (Cooperativa Farmaceutica Parmense, 1955 ca.). Collabora con l’ebanista Medardo Monica per la realizzazione di arredi e intarsi lignei di grande livello artigianale e stringe un sodalizio duraturo con lo scultore Ercole Vighi (1927-1990), insegnante al “Toschi”.
In occasione del centenario della Cassa di Risparmio, progetta il nuovo allestimento delle sale di direzione al primo piano e realizza una serie di bassorilievi commemorativi per la sede centrale e per le principali filiali. Si applica anche allo studio della medaglia, eseguendo numerosi coni per le manifestazioni commemorative locali degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. Nel 1957 è chiamato a restaurare nell’Oratorio dei Rossi alcune cappelle e la copia della Santa Casa di Loreto. Vicepresidente del Centro Studi “Bodoni” disegna l’arredo (busto, vetrine, illuminazione, infissi) del Museo Bodoniano, con i cimeli del principe dei tipografi, inaugurato nel Palazzo della Pilotta nel 150° della morte nel 1963. Nel 1968 recupera i bozzetti di Ximenes per le statue del Monumento a Verdi e li colloca nella sede dell’Accademia di Belle Arti.
Nel gennaio 1975 lascia la scuola che ha diretto e fatto crescere per vent’anni, ma prosegue l’attività artistica fino alla sua scomparsa, a Parma, il 5 dicembre 1978.

Le opere: esegue numerosi ritratti di giovani e fanciulle, iniziando dai colleghi Lentini, Lilloni, Baratta. Nel 1938 modella il busto di Marconi per il Liceo Scientifico cittadino. Nel 1951 realizza la formella di San Giorgio e il drago per l’ordine Costantiniano in piazza della Steccata; nel 1958 il busto in bronzo di Arturo Toscanini per il Conservatorio di musica. Con il pittore Guido Montanari (1897-1969) disegna nel 1954 il cartone per la vetrata della Cattedrale di Parma raffigurante Sant’Ilario e il Sacro Monte. La sua opera più significativa rimane il monumento equestre del generale Anastasio Somoza, presidente del Nicaragua, inaugurato a Managua nel 1953. Realizza i bassorilievi della Chimica per la Chiesi Farmaceutici (1955), del Lavoro e dell’Ospitalità per il Salumificio Gino Tanzi (1960 ca.).
Al Cimitero monumentale della Villetta sono presenti anche il bassorilievo della Pietà nell’edicola Alessandri (1943-1945), i fregi decorativi per l’Edicola Guaita (1953), i fregi in bronzo per l’Edicola Corbellini (1961) e il busto del sindacalista Alceste de Ambris, morto in Francia nel 1934 e traslato a Parma il 27 settembre 1964. Una delle sue ultime opere è il tondo in bronzo con l’effigie di mons. Evasio Colli (1883-1971), vescovo di Parma dal 1932 al 1966, per la targa collocata nel 1971 in Cattedrale.

Il monumento: l’edicola della famiglia di Genesio Corbellini, databile al 1961, è di gusto neorinascimentale e presenta un portale decentrato incorniciato da una ricca decorazione a bassorilievo in bronzo, opera dello scultore Carlo Corvi.
Vi sono raffigurate, sotto la forma di figure femminili vestite con abiti classici, le virtù teologali e le virtù cardinali, contrassegnate da cartigli in lingua latina. A sinistra: la Speranza ha lo sguardo rivolto verso l’alto con le mani giunte in preghiera, la Giustizia tiene nelle mani i suoi tipici attributi, la bilancia e la spada simbolo di verità, la Fortezza è in armatura che le conferisce un atteggiamento di sicurezza; a destra: la Fede sorregge la fiaccola dello spirito e della trascendenza, la Carità accoglie fra le sue braccia tre bambini senza vestiti, infine la Temperanza travasa da un recipiente all’altro un liquido senza che mai se ne perda una goccia a simbolo del controllo degli istinti in modo che non prevalgano sulla ragione. Due Angeli sopra la porta sostengono due ramoscelli d’ulivo, simbolo del paradiso degli eletti, ed un drappo su cui appoggia una croce raggiata.

01. Carlo Corvi, altorilievo del Tramonto per il famedio di Cleofonte Campanini, in collaborazione con Gian Giuseppe Mancini, bronzo, 1923, presso il Cimitero monumentale della Villetta.
02. Carlo Corvi, Busto di Arturo Toscanini (1867-1957), bronzo, 1958 (Conservatorio “A. Boito”, Parma).
03. Carlo Corvi, San Giorgio e il drago, marmo, 1951 (Ordine Costantiniano di San Giorgio, Parma).
04. Carlo Corvi, Portale dell’Edicola Corbellini, bronzo, 1961, presso il Cimitero monumentale della Villetta.
05. Carlo Corvi, Busto di Alceste de Ambris (1874-1934), bronzo, 1964 presso il Cimitero monumentale della Villetta.
06. Sepoltura di Carlo Corvi al Cimitero di Valera (PR).