

Edicola Caprioli, 1934
Moderanno Chiavelli (1869-1962)
Il monumento: l’edicola Caprioli, databile al 1934, è opera dell’architetto Moderanno Chiavelli. La geometria trapezoidale del fronte e il timpano che termina con acroteri stilizzati, articolano l’architettura di carattere classico secondo stilemi Art-Déco. Di particolare interesse il cancello in ferro battuto, stilisticamente coerente, e l’impostazione del frontale che vede nelle due lettere dell’alfabeto greco – Alfa e Omega – l’elemento di raccordo fra il trapezio della facciata e il cubo della base dell’edicola.
Sopra l’ingresso con il nome della famiglia, si apre la finestra – come evidenziato dal bozzetto conservato presso l’Archivio Storico Comunale di Parma – che illumina l’interno, suddivisa dal braccio verticale della croce di Cristo, “alfa e omega di tutte le cose”, che colora l’interno del sepolcro con la luce della risurrezione.
La vita: nato a Fontanellato (PR) il 16 giugno 1869, intraprese studi musicali, bruscamente interrotti per una caduta che gli lasciò una permanente menomazione alla mano destra. Entusiasta per le cose dell’arte e dotato di una indomita volontà, riuscì ad addestrare la mano sinistra al disegno e si iscrisse all’Istituto di Belle Arti di Parma (1885). La sua passione per il disegno lo rese talmente noto nell’ambiente della scuola che, ancora prima del diploma, l’architetto Pancrazio Soncini (1831-1891) lo volle nel suo studio come disegnatore. A ventiquattro anni si diplomò a pieni voti nel corso di disegno architettonico (1893), di cui era titolare Enrico Bartoli. Dopo il diploma Chiavelli esercitò l’insegnamento di geometria descrittiva e architettura presso la scuola serale annessa all’Istituto di Belle Arti (1894-1913) e prestò contemporaneamente servizio, come impiegato straordinario, nell’Ufficio Tecnico del Comune di Parma (1894).
Gli anni dal 1909 al 1920 rappresentarono il periodo più intenso della sua attività professionale e coincisero anche con il periodo più fertile della produzione architettonica del primo Novecento. Gli anni successivi lo videro impegnato in numerose opere pubbliche, in particolare in alcuni restauri, rifacimenti e riattamenti di facciata. Divenuto architetto capo dell’Ufficio Tecnico Comunale, lo diresse per un ventennio dal 1913 al 1933. Lasciato il Comune a 64 anni proseguì l’attività professionale fino alla Seconda Guerra mondiale. Chiavelli moriva a Parma il 5 ottobre 1962
Le opere: collaborò a vari progetti di edifici pubblici: la scuola elementare Pietro Cocconi (1898), con l’ingegner Raffaele Villa, il Macello Pubblico, con gli ingegneri Giorgio Alessi Canosio e Gino Fornari. Nel 1904 eseguì, in collaborazione con l’ingegnere Guido Albertelli, la facciata dell’Albergo Croce Bianca (distrutto dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale). Del 1905 è l’importante progetto del Palazzo delle Poste, in collaborazione con Olindo Tomasi. Rifece le facciate sul lato orientale del Comune, elaborò il progetto dell’imponente edificio delle Scuole Tecniche (1914), affacciato sul lungo Parma Maria Luigia, ultimato solo nel 1924 e il ripristino dell’antico palazzo Gherardi (1915) in via Farini, trasformato in Istituto Tecnico. Dopo una lunga parentesi bellica, Chiavelli progettò e diresse i lavori di restauro sul lato Ovest della Pilotta (1922), dove ha sede l’Istituto di Belle Arti e disegnò la fronte su viale Mariotti della nuova ala dell’edificio, occupata dal Museo Nazionale d’Antichità; affrontò il restauro e la sistemazione interna di alcune parti del Convento benedettino di San Paolo (1922) e disegnò la facciata del palazzo dell’Azienda Municipalizzata Pubblici Servizi (1923). Nel 1930 provvide ai restauri del Palazzo del Giardino e al completamento di Palazzo Giordani. Queste opere gli diedero grande notorietà, soprattutto nell’ambito della committenza privata, dove fu attivo con decine di progetti di edilizia residenziale nel centro cittadino.
Nel campo funerario sono da segnalare: le cappelle Leoncini, Fulgoni, Caprioli (1934), Romanelli (1924) e il monumento Marchelli (1925 ca.). A lui si deve anche la progettazione della Galleria Perimetrale Nord, vasto ampliamento del Cimitero della Villetta, in stile neorinascimentale, la cui costruzione (1931) si concluse nel 1954.
In provincia costruì la facciata, la cupola e il campanile delle chiese di Felegara e di Calestano ed eseguì altre opere minori a San Pancrazio, Collecchio, Fontevivo, Monticelli Terme, Sant’Ilario di Baganza, Sant’Ilario d’Enza, Polesine Parmense, Terenzo, …
Si raggiunge l’incrocio centrale e si svolta a sinistra sul viale Nord, per incontrare, immediatamente, l’alta mole del Monumento Merli.