Renato Brozzi

(1885-1963) – Scultore

La vita: era nato a Traversetolo (PR) il 10 agosto del 1885 da Igino, barbiere, e Anna Martini. Aveva appreso i primi rudimenti della sua arte presso la locale fonderia di Giuseppe Baldi ove lavorò dal 1900 distinguendosi per la sua abilità. Venne quindi spronato dallo stesso Baldi e dal pittore Daniele de Strobel (1873-1942) a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Parma. Terminò in soli tre anni il corso quinquennale (1903-05) pur continuando a lavorare nella fonderia del Baldi. A conclusione degli studi parmigiani, si trasferì a Roma grazie ad un sussidio offerto da alcuni concittadini e ad un successivo contributo dell’Amministrazione comunale di 300 lire per frequentare dei corsi di perfezionamento presso la Scuola del nudo e la Regia Scuola d’Arte della medaglia. Cominciò la sua ascesa artistica in Italia e all’estero a partire dal 1909 quando alla Biennale di Venezia ottenne la consacrazione da parte del noto critico e giornalista Ugo Ojetti (1871-1946). L’anno successivo fu il momento della svolta internazionale con la partecipazione a diverse esposizioni (California, Buenos Aires, Bruxelles) e alla consacrazione istituzionale con le sue opere che venivano acquistate anche dal Ministero della Pubblica Istruzione per la Galleria d’arte moderna di Roma.
A Roma viene scelto, con il pittore parmigiano Amedeo Bocchi, dall’alsaziano Alfredo Strohl-Fern per essere accolto nelle case-studio allestite nel parco della sua villa, dove Brozzi rimarrà per tutta la vita.
Nel 1919 vinse il concorso per la realizzazione della moneta in rame da 10 centesimi con il motivo simbolico dell’ape che succhia il papavero. D’Annunzio, stabilitosi al Vittoriale dal 1921, commissionò all’“eccelso animaliere”, per donarli ai suoi ospiti, “inezie squisitissime” – oggetti decorativi, figurine, spille, scatole – decorati con motivi animali di grande nitore. Dal 1910 divenne membro dell’Accademia di Brera, dal 1911 di quella di Parma, nel 1918 è nominato accademico di San Luca e nel ‘26 Accademico Clementino. Nel 1937 viene chiamato per restaurare gli argenti di epoca romana del “Tesoro di Marengo”.
Brozzi moriva il 21 giugno 1963 a Traversetolo, nel cui cimitero riposano le sue spoglie.

Le opere: Brozzi fu cesellatore e scultore affermato tanto da diventare uno degli artisti di riferimento per Gabriele D’Annunzio (1863-1938). Tra le numerose opere realizzate per il Vate, vanno ricordate la Coppa del Benaco, per i vincitori delle gare di idrovolanti sul lago di Garda (1921); una targa in argento, raffigurante un leone accovacciato e una cetra, in onore di Arturo Toscanini; undici “piatti francescani” d’argento, con il cordiglio, motti ed emblemi (1922-23); la straordinaria Coppa del liutaio (1922-23): una barca a forma di liuto con ali per remi.
Brozzi realizzò anche la Vittoria angolare quale monumento ai Caduti per il suo Paese (1923), (copia della quale è posta come polena della nave Puglia al Vittoriale) e il monumento ai Caduti di Casarano, in Puglia.
Sue opere sono conservate in numerose collezioni private mentre Traversetolo gli ha dedicato un museo che raccoglie sue opere, i suoi bozzetti originali e il ricchissimo archivio. Al Cimitero monumentale della Villetta ha lasciato suoi lavori nell’Edicola Camorali (> Scheda 26 – Percorso Artisti) e nella Sepoltura di Mario Grossi (> Scheda 09 – Percorso Eroi).

Il monumento: l’edicola, progettata dall’architetto Ettore Leoni fra il 1913 e il 1920 e realizzata con l’apporto di Antonio Leoni per le parti marmoree e Renato Brozzi per gli apparati scultorei, è un ricco campionario di motivi decorativi improntati al gusto Liberty. è costituita da un corpo in marmo rosa con tetto a doppio spiovente sormontato da un elemento architettonico decorativo a forma di ara, sostenuta da colonnine in marmo verde cipollino poggianti, a loro volta, su un basamento decorato a mosaico con motivi religiosi e vegetali. In corrispondenza del basamento, sulla facciata, si snodano quattro paraste con capitelli classici e basamento decorato a mosaico sorretto da due cani accucciati a bassorilievo opera dello scultore Renato Brozzi.
Sulle facciate laterali vi sono due timpani sorretti da mensole che accolgono mosaici raffiguranti Sant’Antonio e Santa Teresa.
Al centro della facciata si apre un portale decorato da mosaici. In origine l’accesso era arricchito da due leoni accucciati che reggevano due bracieri in bronzo scolpiti in pietra sempre da Brozzi, trafugati nell’estate del 1992. I due battenti recano iscrizioni latine di invocazione alla Vergine, oltre alla data di realizzazione dell’edicola.

01. Renato Brozzi, Coppa del Liutaio, argento, 1923 (Museo della Città, Salò).
02. Renato Brozzi, Moneta da 10 centesimi, 1919 (Collezione privata, Parma).
03. I due cani scolpiti da Renato Brozzi per l’Edicola Leoni al Cimitero monumentale della Villetta.
04. L’edicola Leoni al Cimitero monumentale della Villetta fotografata negli anni Ottanta del Novecento prima del furto (1992) dei due leoni portaceri scolpiti da Renato Brozzi e collocati ai lati del portale d’ingresso.
05. Renato Brozzi, Angeli genuflessi con fiori, fregio in bronzo sul cancello dell’Edicola Camorali al Cimitero monumentale della Villetta.
06. Renato Brozzi, Doccioni per l’Edicola Camorali al Cimitero della Villetta, modello originale in scagliola (Museo Brozzi, Traversetolo).