Leo Lugarini

(1897-1918) – Caduto della I Guerra Mondiale

Vicende: Leo Lugarini, nato a Bergamo il 18 maggio 1897 si trasferì a Parma al seguito della famiglia quando era ancora giovanissimo. Nel 1915, studente universitario, si arruolò volontario per la Prima Guerra mondiale nel Corpo Nazionale Volontari Ciclisti. Partì il 24 maggio per raggiungere la Compagnia di Piacenza, ove venne assegnato al reparto di Parma col quale fu avviato in zona di guerra sul basso Tagliamento. Ivi prestò servizio sino allo scioglimento del Corpo Nazionale Volontari Ciclisti, disposto dal Ministero della Guerra. Subito dopo si arruolò per la seconda volta volontario nel 62° Reggimento Fanteria, che raggiunse al fronte. Ammesso a sua domanda al corso allievi ufficiali, ne uscì col grado di Aspirante e venne assegnato, successivamente, a diversi reggimenti; partecipò a numerosi e importanti combattimenti sulle posizioni più contese del fronte, per molti mesi e sino alla primavera del 1918. Con la promozione a Tenente fu assegnato al 207° Reggimento Fanteria e da questo, a sua domanda, passò al Battaglione Marina Caorle, prendendo parte ai sanguinosi combattimenti sul Piave, sino a quando trovò morte gloriosa alla testa del suo reparto il 24 giugno 1918. Alla sua memoria fu concessa la Medaglia d’argento al Valor Militare con la seguente motivazione: “Calmo e sereno, durante un’azione offensiva, benché ostacolato da numerose mitragliatrici avversarie, portava con slancio mirabile il proprio plotone fin sotto i reticolati nemici, tentando più volte, impareggiabile esempio di tenacia, di sorpassarli. In un ultimo tentativo, colpito a morte, cadeva gloriosamente alla testa del reparto”.

Il monumento: rialzato da terra da un alto basamento rettangolare, è caratterizzato da due colonne quadrangolari sagomate in graniglia di cemento che delineano un trono su cui siede la statua in bronzo a tutto tondo. Essa rappresenta un angelo che tiene tra le mani un cartiglio recante l’iscrizione di Leo Lugarini. Alle spalle dell’angelo si intravede la sommità semicircolare del trono, mentre due fiaccole in bronzo accese sono confitte su mensoloni aggettanti dai montanti del trono. L’angelo in bronzo seduto al centro del sepolcro, che mostra la pergamena che reca inciso il nome del defunto, caduto gloriosamente per la Patria sul Piave e insignito della Medaglia d’argento al Valor Militare, rappresenta il custode del Paradiso, di cui schiude le porte all’anima dell’eroe, che ha offerto la propria vita per la Patria. Gli elementi figurativi, propri del Liberty, trovano qualche rigidità dell’imminente Déco negli elementi decorativi. Autore della figura in bronzo, gettata dalla Fonderia L. Cornelli di Milano nel 1920, è lo scultore Giuseppe Macchiavello, attivo tra il 1878 e il 1920. Giuseppe Macchiavello, genovese, fu allievo dell’Accademia Ligustica di Genova, guidato dallo scultore milanese Pietro Calvi (1833-1884); completò la sua formazione artistica nello studio dello scultore genovese Santo Varni (1807-1885). Entrato nell’Esercito, dove divenne Maggiore, lasciò ad Ascoli Piceno un busto dedicato al patriota e garibaldino Candido Augusto Vecchi, inviò il gruppo dell’Artigliere morente all’Esposizione di Torino del 1898.
Trasferito a Parma, partecipò all’esposizione artistica del 1913, esponendo a fianco di Alberto Bazzoni (1889-1973), Guido Calori (1885-1960) e altri autori emiliani, toscani e laziali. Notato in quell’occasione, collaborò con Ettore Ximenes (1855-1926) alla modellazione di tre statue per il Monumento a Verdi: Alberto da Giussano, simbolo della Battaglia di Legnano, il Finto Stanislao e il Corsaro.
Dopo i grandi busti in bronzo di Cesare Battisti e Nazario Sauro della Cassa di Risparmio, Attilio Paganini (1857-1934) gli commissionò, sempre nel 1916, il monumento a Battisti per Salsomaggiore e il busto in bronzo del nonno e grande violinista Nicolò Paganini, oggi al Museo del Teatro dell’Opéra di Parigi.
Al Cimitero della Villetta Macchiavello è presente, oltre che con il monumento a Leo Lugarini, con il medaglione in bronzo sulla targa dedicata ad Alfredo Capetta (1876-1916) morto a La Spezia il 3 luglio 1916, a fianco della Cappella del Nastro Azzurro, nel Campo dei Caduti della Prima Guerra mondiale.